La broncopneumopatia cronica ostruttiva è una condizione cronica che colpisce i bronchi riducendo la funzionalità polmonare. Si tratta di un disturbo respiratorio piuttosto complesso perché è un vero e proprio insieme di malattie respiratorie che diventano croniche.

Asma bronchiale e broncopneumopatia cronica ostruttiva: sono circa 10 milioni di Italiani coloro che soffrono di queste malattie respiratorie.

In America la BPCO si chiama COPD (che sta per Chronic Obstructive Pulmonary Disease) e colpisce 16 milioni di americani e altri milioni che non sanno di averla. È la terza causa di morte negli Stati Uniti.

Nel Regno Unito, sono circa 1,2 milioni le persone che attualmente vivono con una COPD diagnosticata. In Inghilterra la broncopneumopatia cronica ostruttiva e la seconda malattia ai polmoni più comune, dopo l'asma.

Umidificare gli ambienti è un primo passo, ma può non essere sufficiente.

Ridurre la carica inquinante nell'aria, riducendo anche le polveri sottili ad esempio, può evitare il peggioramento della condizione respiratoria in pazienti affetti da malattie respiratorie croniche, come la bronchite cronica, la broncopneumopatia cronica ostruttiva e l'enfisema polmonare.

In genere, ridurre significativamente le particelle, gli inquinanti e gli allergeni presenti nell'aria, può notevolmente migliorare la qualità dell'ambiente in cui si lavora e si vive, determinando un notevole miglioramento dei sintomi dei pazienti BPCO, rallentando l'aggravarsi della malattia. I purificatori d'aria con fotocatalisi distruggono le particelle di allergeni e inquinanti e possono essere uan soluzione per ridurre sintomi e acutizzazioni, ed essere – quindi – integrati con la terapia, o ancor meglio essere utilizzati come aiuto alla prevenzione della BPCO.

Esistono evidenze scientifiche che collegano l’uso di disinfettanti allo sviluppo di gravi patologie polmonari come l’enfisema, l’asma o la bronchite cronica.

Secondo quanto affermato dalla relatrice, la Dott.ssa Orianne Dumas, che ha presentato lo studio all’ultimo congresso annuale della European Respiratory Society, “Le infermiere che utilizzano almeno una volta a settimana disinfettanti per superfici, presentano un rischio di sviluppare BPCO aumentato dal 22% al 32%, rispetto a chi non utilizza tali prodotti”.

Le mascherine? Ben poco utili per gli operatori

Se l’80% dei batteri aerobi ed anaerobi viene intrappolato nelle prime vie aeree (cavità nasali, faringe, bronchi) il rimanente 20% penetra più in profondità (bronchioli terminali ed alveoli) dove l’assenza dell'azione mucociliare predispone ad una potenziale patogenicità del microrganismo.

Dal 20 al 100% delle particelle possono essere inalate. Dal 15 all’83% delle micro-particelle passa attraverso le mascherine comunemente utilizzate.

Quali sono i sintomi della BPCO?

Il sintomo più comune è il fiato corto, cioè la difficoltà a respirare, chiamata anche dispnea. Possono comparire anche tosse persistente, una copiosa produzione di muco a volte con piccole perdite di sangue, il respiro sibilante, dolore durante la deglutizione, brividi di freddo, dolori articolari, febbre, faringite o raucedine, debolezza e disturbi del sonno, oppressione al torace.

In generale, la BPCO provoca un’aumentata e continua risposta infiammatoria delle vie aeree. Particelle nocive, vapori o gas irritano il paziente che può manifestare dispnea anche dopo piccolissimi sforzi e avere pericolose complicanze.

Quali sono le cause della broncopneumopatia cronica ostruttiva?

Nella maggior parte dei casi la BPCO è provocata dal fumo di sigaretta. L'azione costante sui bronchi del fumo aggredisce la funzionalità respiratoria. Un'altra causa può essere la mancanza di una proteina chiamata alfa 1-antitripsina, che dovrebbe proteggere i polmoni. La BPCO, inoltre, può essere causata dall'esposizione a sostanze tossiche.

Come abbiamo già detto, pare che la BPCO possa essere causata dall’uso massivo di disinfettanti.

Dalla BPCO si può guarire? E quanto si vive con la BPCO?

Dal momento in cui la malattia diventa cronica può essere considerata come disturbo che si può solo tenere sotto controllo. Tenerla sotto controllo significa vivere diversi anni, tenendo sotto controllo la patologia. Le riacutizzazioni, invece, possono far aggravare la malattia repentinamente, riducendo la speranza di vita del paziente.

Come cercare di evitare che la broncopneumopatia cronica ostruttiva diventi cronica o peggiori?

Per evitare che la BPCO diventi cronica bisogna smettere immediatamente di fumare, nel caso si faccia uso il fumo di sigaretta, sigari, pipe eccetera. Inoltre, bisognerebbe far sì che gli ambienti in cui si vive siano sempre umidificati e sanificati.

Come tenere sotto controllo la broncopneumopatia cronica ostruttiva? Evitare la BPCO riacutizzata

Tenere sotto controllo significa seguire una terapia medica e contemporaneamente cercare di ridurre le occasioni di contatto con agenti inquinanti, virus, batteri, particelle irritanti.

Per i pazienti che hanno una conclamata broncopneumopatia cronica ostruttiva ormai cronica, uno specialista pneumologo prescriverà un trattamento farmacologico, che può comprendere l'utilizzo, a seconda del singolo paziente, di antibiotici, broncodilatatori, teofillina, corticosteroidi e - talvolta - si consiglia anche ossigenoterapia e riabilitazione polmonare.

Chi soffre di BPCO può subire brusche riacutizzazioni della patologia e, nella maggior parte dei casi, questo è dovuto da infezioni di origine virale batterica. È quindi estremamente importante che chi è affetto da broncopneumopatia cronica ostruttiva viva in un ambiente salubre, umidificato, ma soprattutto senza la presenza di virus o batteri.

È consigliabile igienizzazione di mani e superfici con appositi prodotti. Si possono Inoltre usare, per una protezione molto più completa, dispositivi di purificazione dell'aria. La fotocatalisi consente di eliminare batteri, distruggendone definitivamente il DNA, sanificando un ambiente in modo costante. L'azione della fotocatalisi è stata studiata su diversi tipi di virus, con evidenze scientifiche ed anche testate da università e laboratori internazionali.

Correlazione tra BPCO e covid

Sembrano evidenti le correlazioni tra covid-19 e bronchite polmonare cronica ostruttiva. Varie malattie croniche respiratorie, come la PPC o, asma bronchiale, l'insufficienza respiratoria possono rendere più vulnerabili i pazienti di covid-19 e determinare esiti peggiori o condizioni croniche a carico di altri organi e apparati. Per questo, la sanificazione degli ambienti in cui si vive e si lavora è estremamente importante. Coloro che soffrono di BPCO vengono in questo modo tutelati e protetti per ridurre le possibilità di contagi.

Purificatori Aria AIRsteril®	Purificatori all'Ozono e Ionizzatori
Lampada UV + Lampada Germicida	Solo Lampada UV
Tecnologia Fotocatalitica
Catalizzatore al Biossido di Titanio
Produzione di Radicali Liberi (radicali idrossilici e ioni superossido)
Forte Ossidazione in Grado di Rompere il DNA di Batteri e Virus	Solo l'ozono è in grado di ossidare, ma può essere nocivo se respirato
Elevato Controllo Delle Infezioni (anche in presenza di persone)	Controllo Infezioni (solo ad ambiente non occupato)
Eliminazione Odori Garantita	Controllo degli Odori
Nessun Filtro da Cambiare Costi di Manutenzione ultra-bassi	Filtro Hepa da sostituire regolarmente Costi Elevati
Estrema Silenziosità	Ventole Rumorose
Li installi e te ne "dimentichi"	Li devi programmare, accendere, spegnere e spostare
Eliminazione delle Particelle Dannose (fino a 0,001 micron)	Eliminazione delle Particelle Dannose (fino a 0,3 micron)
Distruzione delle Particelle Penetranti del Polmone
Eliminazione Sostanze Tossiche Inquinanti "VOC" (formaldeide, gas di scarico, benzene, toulene, ammoniaca, solforato di idrogeno)
Abbattimento di Monossido di Carbonio e Protossido di Azoto in ambiente

L'autorevole opinione del Dottor David Webber (microbiologo dall'esperienza pluridecennale), relativo all'applicazione della Tecnologia Fotocatalitica di AIRsteril^® per l'arginamento della pandemia di COVID-19

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Di recente il Dott. David Webber (Microbiologo, Direttore Tecnico presso il laboratorio dell'Università di Leeds) ha espresso un parere favorevole relativo all'efficacia della nostra tecnologia per quanto riguarda l'arginamento dei contagi da COVID-19.

In un documento ufficiale da lui redatto, il Dott. Webber mette in evidenza che, pur essendo impossibile per qualunque azienda o laboratorio effettuare dei test in ambiente su uno specifico ceppo virale durante una fase di pandemia, negli anni passati la tecnologia fotocatalitica di AIRsteril^® era già stata testata su virus riconducibili al ceppo coronavirus, virus con involucro lipidico che rientrano nello stesso gruppo dell'influenza, molto semplici da disgregare, ossidare e rendere inerti utilizzando questo tipo di tecnologia in ambiente chiuso.

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Nessun filtro da cambiare, nessuna manutenzione necessaria, costi di gestione irrisori e protezione continua e totale, per arginare e tenere sotto controllo la diffusione di patogeni e infezioni.

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